Curatore d'Arte

Riflessi. Laura Migotto Giovanni Camponeschi

Riflessi. La tavolozza dei colori di un pittore é a tutti gli effetti il suo marchio di fabbrica, più della firma stessa. I colori di Laura Migotto non concedono possibilità di errore circa l’attribuzione dei suoi lavori. I colori parlano per lei con  forza e decisa presenza,  quasi in contrapposizione con il modo che Laura ha, di essere defilata e riservata. In un mondo di atteggiamenti autoritari, di protagonisti che si considerano adeguati a qualsiasi sfida, la sfida che conta è vinta da professionisti che come Laura sono autorevoli nella  qualità del lavoro e del modo di essere… Giorgio Bertozzi

Riflessi e riflessioni, immediate luminosità emozionali evocate direttamente dal colore, astrazioni geometriche che catturano la loro essenza all’interno di un universo immaginario, malinconico e infinito. Un universo dove persistono tracce di umanità destinate a viaggiare lentamente in traiettorie precise e decise.  Oggetti in costante mutamento immersi in uno scenario che apre i propri confini a intime riflessioni generando inquietudini, vibrazioni emozionali e sentimenti. Pezzi d’anima che vagano nel tempo nell¹attesa di un “orizzonte degli eventi” che deve ancora accadere. O forse è giá accaduto? Riflessi e riflessioni, che si susseguono nella nostra mente. Si intrecciano, inalzandosi nell’infinito, avvitati tra loro come i tralci di un vitigno, ruotano e si inabissano fendendo di colori il buio Il tutto in un rigoroso, completo, profondo silenzio. Laura Migotto

L’intuizione di Giocampo si avvicina alla costruzione utopica di una realtà terrena, sia essa architettura che natura, stemperata da elementi di forte spiritualità. Figure angeliche sospese in cieli in cui il colore digrada quando raggiunge la terra, come a completare un processo di purificazione celeste o semplice luce che rischiara innocenze ormai desuete, sono il forte richiamo che l’Artista spende nella ricerca di una nuova leggerezza dell’ Anima. Il suo è un approccio sistemico e causale, attraverso il quale l’artificio diventa natura e spirito ed indica nuove vie ad Umanità assenti e distratte che, usando le parole dello scrittore Ambrogio Brazzero, ormai troppo spesso, vestono abiti di lusso per coprire povertà di cuore. Angelo Andriuolo

Riflessi d’interiori realtà o di semplice fantasia creativa.  C’è forse un messaggio da cogliere, o è semplicemente un gioco compositivo dell’Autore Spetta all’Osservatore valutare e discernere, di fronte ad una elaborazione artistica.”Sentire dentro” quanto si vede, può forse indurre al soffermarsi su realtà concrete, anche se non evidenti, ma soltanto suggerite. L’immagine, quindi, come “riflesso” di un qualcosa d’intrinseco, parte essenziale di quel  “trait d’union”  fra una realtà oggettiva, chi afferrata la elabora, attraverso il proprio operare interpretativo, e chi infine ne osserva il risultato. Se c’è, il “messaggio”, corre su questo “filo”.  Questo può passare anche attraverso visioni di possibili dimensioni esistenziali, metafisiche, oniriche, dove ancestrali oscurità si alternano a squarci e frammenti di luce, come le diverse tonalità del colore con il loro potere vitale. Tutte parti integranti di quel gioco compositivo, in cui la ricerca di bellezza ed eleganza sembrano ulteriore indicazione subliminale,”sintomo”, di uno status interiore dell’essere, che comunque trascende da quella Bellezza Assoluta, Artefice stessa del “Kosmos”.    Giovanni Camponeschi Giocampo