Curatore d'Arte

Genkay Kasapci. Different is also the same

Optical Genkay Kasapci Giorgio Bertozzi Neoartgallery

Genkay Kasapci. Different is also the same.  Val la pena dedicare qualche tempo alla lettura dell’articolo che segue. Le riflessioni sono appassionate e dense di significato descrivono la grande bellezza  del lavoro dell’ artista originaria di Ankara. Le parole, alcune delle quali ho appositamente sottolineato, sono profetiche e premonitrici al tempo stesso. L’articolo è stato scritto oltre 50 anni, la “giovane pittrice” è ancora quella di allora.

Non vi e dubbio che la visione figurativa di questa giovane pittrice turca discende direttamente dall’ arte musiva bizantina. Questa e la prima, inevitabile considerazione linguistica che vien da fare davanti a questi quadri. L’individuazione in se e per se , viene fatta quasi spontaneamente si direbbe senza pensarci,  e nel farla si prova un certo piacere. Eppure una tale ascendenza non appare, ad un esame accurato di questi testi, di ordine erudito, con implicazioni o presunzioni di carattere classicistico. Tutt’altro, la visione della Gencay s’incentra nella serena, distaccata concezione propria della civilta metropolitana di Bisanzio solo attraverso un sottile, quanto puntuale contatto critico, ne é solo un’ acuta interpretazione formale.

O forse meglio, una sorta di presa di coscienza, come il ricordo indistinto eppure lucidissimo, dei temi di un cerimoniale senza nessuna curiosita per il contenuto di esso è il riflesso vividissimo di una civiltà; nulla di più nulla di diverso. Gencay e donna attuale che vive e opera nel nostro mondo senza rimpianti o nostalgie. Ha conservato pero nella crisi generale dei valori tradizionali da cui pare investito il nostro tempo, una disposizione sincera all’equilibrio, alla serenita ad una concezione ottimistica della vita. La struttura linguistica della sua pittura e estremamente semplice. La teoria delle forme ripetute e la dosatura sapiente, calcolata dei cromi conferiscono a queste immagini un singolare, immotivato splendore. La povertà delle materie impiegate, la semplicita esecutiva, fino all’annullamento intenzionale di ogni tecnica artigiana fanno di questa esperienza formale un caso unico di perfetta coincidenza tra esecuzione e idea dell’oggetto artistico, un incontro immediato fra progetto e realta dell’opera. Lasciamo al lettore di queste opere il singolare piacere di identificare, caso per caso,le raffinate soluzioni di congiuntura tra le singole forme, i tagli, gli spegnimenti e le accensioni di colore. E un esercizio da cui ciascuno trae felicita, e ad un tempo, coscienza di se stesso, come davanti allo specchio remoto di una civilta misteriosa e attualissima.

Giuseppe Mazzariol
1962 Venice Catalogue

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