Curatore d'Arte

Michele Paternuosto raccontare l’antico

Giorgio Bertozzi Michele Paternuosto Neoartgallery 1

 

Michele Paternuosto raccontare l’antico. Nel prestigioso scenario del Museo della Civiltà Romana all’E.U.R. in una sala gremita di conoscenti, visitatori, e appassionati cultori della materia pittorica e dell’archeologia  si è tenuta l’apertura della mostra delle opere di Michele Paternuosto e di Gastone Primon. A introdurre mirabilmente il lavoro  degli artisti è stata la stessa direttrice del Museo, la Dott.ssa Lucrezia Ungaro, seguita da Pietrangelo Massaro capo commissione cultura del Municipio XII e da Renato Sciarra, poeta nativo di Jesi e residente a Ciampino. La mostra relaziona due aspetti apparentemente distanti fra loro, ma legati a filo doppio dall’energia della creazione: l’arte dell’Encausto di Michele Paternuosto e quella materica fittile di Gaston Primon. Una sintesi stimolante tra la sapienza tecnica degli antichi – l’uso delle argille, terre colorate, bronzo, smalti e la sensibilità moderna – si rispecchia nei temi e nei contenuti contemporanei. L’arte dell’Encausto di cui Michele Paternuosto è maestro e fine conoscitore è la tecnica pittorica per eccellenza carica di valori morali, materiali e immateriali. L’Encausto si rivolge a tutti i popoli, soprattutto ai posteri per la consegna dell’immortalità dell’ingegno artistico dell’uomo, vedi le pitture parietali e decorazioni pompeiane, quelle romane, i famosi ritratti Egiziani del Fayumm e per finire il grande fascino che ha esercitato sul grande Leonardo.

La tecnica dell’Encausto fa uso nella sua componente principale cere e fuoco e racchiude in se tutte le discipline pittoriche quali: affresco buono, tempera, gouache, acquarello e olio. Si possono adoperare i seguenti supporti: intonaco fresco ancora molle composto di grassello di calce, pozzolana, sabbia e polvere di marmo, segue intonaco secco, legno, marmo, tela, carta, cotto e altro. Per i valori immateriali basti pensare che per acquistare un dipinto ad encausto su tavola (si suppone di modeste dimensioni) gli antichi imperatori e ricchi romani pagavano centinaia di migliaia di Sesterzi e secondo Plinio anche milioni di Sesterzi, da questo si può dedurre quanto piacere donava all’animo umano la pittura e in special modo l’Encausto. Dal canto suo Gastone Primon è stato tra i primi a rompere con la tradizionale e centenaria ceramica estense. E ancora oggi continua a rompere, scomporre e distruggere manufatti, oggetti e materie per poi ricomporli e rigenerarli a nuova vita. In questa sorta di riciclaggio, che simboleggia l’eterno fermento della materia e della vita che si oppongono al fatuo ed effimero consumismo del mondo attuale, viene sicuramente recuperata l’arcaica e consumata maestria degli antichi vasai etruschi e greci, ma anche paleo veneti, la cui creta, i cui colori e smalti sembrano proiettarsi nel vortice dei giorni d’oggi, come travolti nel tornio elettrico dell’artista stesso.

RACCONTARE L’ANTICO
Roma, Museo della Civiltà Romana
5 Ottobre 2012

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